WALTER CHIARI...un artista straordinario, che porto sul cuore.
Oggi avrebbe compiuto 90 anni.
E' difficile riuscire a trovare le parole adatte per descrivere un attore così eclettico e particolare. Walter Chiari era capace di essere tutto e di cimentarsi con eleganza in qualsiasi cosa: sia artistica che umana. Uno dei pochi grandi artisti che viene ricordato per la sua bontà e generosità. Walter amava profondamente l'arte e ciò che lo rendeva davvero speciale era la sua curiosità intelligente di scoprire, sperimentare, essere originale al di fuori dell' ordinario. Grande improvvisatore di storielle amene, eccezionale monologhista sin dagli esordi mostrò la sua spettacolare diversità rispetto ai suoi altrettanti bravi colleghi dell' epoca sotto tantissimi aspetti. Ad esempio, Walter non faceva uso del dialetto nella sua recitazione e faceva ridere parlando un ottimo italiano, utilizzando una grossa varietà di termini che consentivano al pubblico di non stancarsi mai nell' ascoltarlo anche in lunghe performances da solista. Era molto garbato sulla scena come nella vita e nessuna "parolaccia" mai è venuta fuori dalla sua bocca in nessun film, show tv o spettacoli teatrali. Altra caratteristiche che lo differenziavano erano l' ottima conoscenza della lingua inglese, che gli consentì di fare cinema in America insieme ad attori stranieri. Ricordiamo in particolare «Falstaff» con Orson Welles in , in cui si misurò onorevolmente con alcuni grandi attori della tradizione shakespeariana; e poi con Michael Powell per «Sono strana gente», la storia di un giornalista emigrato in Australia, terra che Chiari amava molto. Il cinema riconobbe subito il talento di un giovanissimo Walter Chiari, attribuendogli nel 1947 il Nastro d’argento come miglior attore esordiente in «Vanità», tratto da un dramma ottocentesco di Carlo Bertolazzi, dove ebbe un ruolo drammatico. Il caso volle che il film fosse diretto da Giorgio Pástina, nato ad Andria (a proposito: ricordiamolo!), la stessa città con cui il veronese Chiari aveva forti legami (la madre vi era infatti nata, il padre era di Grottaglie, nel Tarantino). Walter durante la sua grandissima carriera si divise fra cinema, teatro e tv. Iniziò con l'avanspettacolo per poi passare alla grande rivista (per cui lui aveva una particolare passione) insieme al grande Carlo Campanini, con cui per
tanti anni propose tanti siparietti che cominciavano sempre con la medesima frase ispirati «Vieni avanti cretino!», ispirati ai mitici Fratelli De Rege (due fratelli famosi attori di avanspettacolo). Negli anni '50 e '60, egli divenne una vera stella del cinema e della televisione. Lo ricordiamo in STUDIO UNO e CANZONISSIMA in tv e nel film IL GIOVEDI' (1963) di Dino Risi al cinema. Questa felice carriera ebbe un momento molto buio, quando Il 20 maggio del 1970, mentre si stava recando negli studi radiofonici della RAI di Via Asiago per registrare una puntata del programma Speciale per voi, Walter Chiari venne arrestato. L'attore era accusato di consumo e spaccio di cocaina da un piccolo delinquente e si ritrovò nel vortice di uno scandalo, ingigantito dai media e dalla stampa dell'epoca, che coinvolse suo malgrado anche Lelio Luttazzi, completamente estraneo alla vicenda.Walter Chiari restò in carcere 70 giorni tra il maggio e l'agosto del 1970 (dove l'8 agosto venne a conoscenza della nascita del figlio Simone da un agente di custodia), e l'anno seguente fu processato, venendo prosciolto dall'accusa di spaccio e condannato con la condizionale per il reato di detenzione di sostanze stupefacenti per uso personale. Segnato dall 'esperienza del carcere, Walter una volta libero dalla prigione trovò molte porte chiuse, che non gli consentirono di tornare sulle scene fino al 1973 nella trasmissione L'APPUNTAMENTO con Ornella Vanoni. Gli anni 70 e 80 furono anni molto difficili per lui. Un lungo periodo, fatto di piccole serate nei nights di seconda categoria, piccole trasmissioni televisive più che altro su reti private della Lombardia (es. Antenna 3) e alcuni spettacoli teatrali non proprio memorabili fatta eccezione di tre titoli: CHIARI DI LUNA (1975), FINALE DI PARTITA (1986) con Renato Rascel e la ripresa di un classico del suo repertorio IL GUFO E LA GATTINA (1989 - 1990) insieme a una giovanissima Lory Del Santo. Le uniche belle occasioni di alto livello furono le conduzioni di UNA VALIGIA TUTTA BLU nel 1979 e di FANTASTICO 2 nel 1981 per la tv e il film ROMANCE nel 1986 dell' allora giovane regista Massimo Mazzucco, per il quale fu candidato alla Coppa Volpi come migliore attore alla Mostra del Cinema di Venezia, senza vincere il premio per un soffio (in tale occasione, dato già per sicuro vincitore, Chiari aveva offerto da bere champagne agli amici). Nel 1990 interpretò il suo ultimo film, TRACCE DI VITA AMOROSA di Peter Del Monte. Negli ultimi anni di vita dell’attore ci fu un riavvicinamento con la città di Grottaglie di cui era originario il padre. Un riavvicinamento sancito, tra l’altro, da una memorabile serata tenuta dal grande artista presso il Quartiere delle Ceramiche. L'ultima trasmissione televisiva a cui partecipò fu - in qualità di ospite - A PRANZO DA WILMA, condotta dalla stessa Wilma De Angelis, in onda su TMC; la puntata fu registrata il 18 dicembre 1991, esattamente due giorni prima della sua morte. Nel dicembre del 1991 Walter Chiari si era recato al Teatro Manzoni per applaudire il collega ed amico Gino Bramieri. All'inizio di quello stesso mese era stato ricoverato all'Ospedale San Carlo di Milano per un piccolo intervento chirurgico, peraltro senza alcun problema, e pochi giorni dopo dimesso.Il 20 dicembre l'attore aveva in programma una cena con l'impresario teatrale Libero Zibelli, suo amico da oltre vent’anni, il quale non vedendolo arrivare chiamò la stanza 50 del residence Siloe di Via Cesari, dove Chiari viveva da solo da tre anni dopo essersi separato anche da Patrizia Caselli. Non ricevendo risposta Zibelli, allarmato, si recò presso il residence e sfondò la porta, trovando il povero Walter esanime sulla poltrona con gli occhiali sul naso e la televisione ancora accesa. L'autopsia rivelò che la causa della morte fu un'insufficienza cardiocircolatoria (infarto). Aveva 67 anni. Per ironia della sorte, poche ore prima di morire si era sottoposto ad un check-up completo, risultato perfettamente regolare. I funerali di Walter Chiari si svolsero presso la Chiesa di San Pietro in Sala, in piazza Wagner, a due passi da quel Teatro Nazionale dove l’attore si esibiva spesso quando recitava a Milano, e vi partecipò una folla immensa che gli tributò un ultimo, lungo e scrosciante applauso. Sulla lapide dove riposa, nel Civico Mausoleo Palanti presso il Cimitero Monumentale di Milano non è incisa, come erroneamente si è detto, la battuta che a Dino Risi aveva confidato voleva fosse scritta: "Amici non piangete, è soltanto sonno arretrato".Nel 2012, la RAI ha celebrato il grande attore con una bellissima fiction divisa in due parti intitolata WALTER CHIARI - FINO ALL' ULTIMA RISATA interpretata dal bravo ALESSIO BONI.
tanti anni propose tanti siparietti che cominciavano sempre con la medesima frase ispirati «Vieni avanti cretino!», ispirati ai mitici Fratelli De Rege (due fratelli famosi attori di avanspettacolo). Negli anni '50 e '60, egli divenne una vera stella del cinema e della televisione. Lo ricordiamo in STUDIO UNO e CANZONISSIMA in tv e nel film IL GIOVEDI' (1963) di Dino Risi al cinema. Questa felice carriera ebbe un momento molto buio, quando Il 20 maggio del 1970, mentre si stava recando negli studi radiofonici della RAI di Via Asiago per registrare una puntata del programma Speciale per voi, Walter Chiari venne arrestato. L'attore era accusato di consumo e spaccio di cocaina da un piccolo delinquente e si ritrovò nel vortice di uno scandalo, ingigantito dai media e dalla stampa dell'epoca, che coinvolse suo malgrado anche Lelio Luttazzi, completamente estraneo alla vicenda.Walter Chiari restò in carcere 70 giorni tra il maggio e l'agosto del 1970 (dove l'8 agosto venne a conoscenza della nascita del figlio Simone da un agente di custodia), e l'anno seguente fu processato, venendo prosciolto dall'accusa di spaccio e condannato con la condizionale per il reato di detenzione di sostanze stupefacenti per uso personale. Segnato dall 'esperienza del carcere, Walter una volta libero dalla prigione trovò molte porte chiuse, che non gli consentirono di tornare sulle scene fino al 1973 nella trasmissione L'APPUNTAMENTO con Ornella Vanoni. Gli anni 70 e 80 furono anni molto difficili per lui. Un lungo periodo, fatto di piccole serate nei nights di seconda categoria, piccole trasmissioni televisive più che altro su reti private della Lombardia (es. Antenna 3) e alcuni spettacoli teatrali non proprio memorabili fatta eccezione di tre titoli: CHIARI DI LUNA (1975), FINALE DI PARTITA (1986) con Renato Rascel e la ripresa di un classico del suo repertorio IL GUFO E LA GATTINA (1989 - 1990) insieme a una giovanissima Lory Del Santo. Le uniche belle occasioni di alto livello furono le conduzioni di UNA VALIGIA TUTTA BLU nel 1979 e di FANTASTICO 2 nel 1981 per la tv e il film ROMANCE nel 1986 dell' allora giovane regista Massimo Mazzucco, per il quale fu candidato alla Coppa Volpi come migliore attore alla Mostra del Cinema di Venezia, senza vincere il premio per un soffio (in tale occasione, dato già per sicuro vincitore, Chiari aveva offerto da bere champagne agli amici). Nel 1990 interpretò il suo ultimo film, TRACCE DI VITA AMOROSA di Peter Del Monte. Negli ultimi anni di vita dell’attore ci fu un riavvicinamento con la città di Grottaglie di cui era originario il padre. Un riavvicinamento sancito, tra l’altro, da una memorabile serata tenuta dal grande artista presso il Quartiere delle Ceramiche. L'ultima trasmissione televisiva a cui partecipò fu - in qualità di ospite - A PRANZO DA WILMA, condotta dalla stessa Wilma De Angelis, in onda su TMC; la puntata fu registrata il 18 dicembre 1991, esattamente due giorni prima della sua morte. Nel dicembre del 1991 Walter Chiari si era recato al Teatro Manzoni per applaudire il collega ed amico Gino Bramieri. All'inizio di quello stesso mese era stato ricoverato all'Ospedale San Carlo di Milano per un piccolo intervento chirurgico, peraltro senza alcun problema, e pochi giorni dopo dimesso.Il 20 dicembre l'attore aveva in programma una cena con l'impresario teatrale Libero Zibelli, suo amico da oltre vent’anni, il quale non vedendolo arrivare chiamò la stanza 50 del residence Siloe di Via Cesari, dove Chiari viveva da solo da tre anni dopo essersi separato anche da Patrizia Caselli. Non ricevendo risposta Zibelli, allarmato, si recò presso il residence e sfondò la porta, trovando il povero Walter esanime sulla poltrona con gli occhiali sul naso e la televisione ancora accesa. L'autopsia rivelò che la causa della morte fu un'insufficienza cardiocircolatoria (infarto). Aveva 67 anni. Per ironia della sorte, poche ore prima di morire si era sottoposto ad un check-up completo, risultato perfettamente regolare. I funerali di Walter Chiari si svolsero presso la Chiesa di San Pietro in Sala, in piazza Wagner, a due passi da quel Teatro Nazionale dove l’attore si esibiva spesso quando recitava a Milano, e vi partecipò una folla immensa che gli tributò un ultimo, lungo e scrosciante applauso. Sulla lapide dove riposa, nel Civico Mausoleo Palanti presso il Cimitero Monumentale di Milano non è incisa, come erroneamente si è detto, la battuta che a Dino Risi aveva confidato voleva fosse scritta: "Amici non piangete, è soltanto sonno arretrato".Nel 2012, la RAI ha celebrato il grande attore con una bellissima fiction divisa in due parti intitolata WALTER CHIARI - FINO ALL' ULTIMA RISATA interpretata dal bravo ALESSIO BONI.
IL GUFO E LA GATTINA di Bill Manhoff
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